sexta-feira, 15 de julho de 2011

553- Coluna da professora Maria Rosa Dominici - Latte Amaro

I MESSAGGI NELLA BOTTIGLIA: le donne e l’alcool
CARBONIA  24-25 settembre 2009
Sala Convegni Hotel  TANIT
PROVINCIA DI  CARBONIA  IGLESIAS
Accordo di Programma sulle Dipendenze del SULCIS IGLESIENTE
Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze della ASL7
Patrocinio Regione Sardegna e Fondazione Banco di Sardegna
 LATTE AMARO: precursori psicologici dell’alcoolismo
 Maria Rosa Dominici

LATTE AMARO
Sull’origine dell’alcoolismo femminile,come sostitutivo distruttivo/compensatorio del latte materno.
Maria Rosa Dominici
Il titolo e’ dedicato ad una bambina di 4 anni che violentata dal padre e da un gruppo di pedofili mi disse “chifo il latte di papa’ ,…amaro”allontanata e messa in protezione in luogo  adeguato ,fu scoperto che  cercava del vino e lo bevevo di nascosto ,per sputare o inghiottire il latte amaro  “
FEMMINILITA’ ,MATERNITA’,NEL MITO DI DIONISIO
Vi è un’origine androgina  nel mito del dio del vino,e ora attraverso l’evoluzione socioantropologica  in cui le donne raggiungendo una parità con l’uomo si sono avvicinate anche all’assunzione di vino,non piu’ in modo sommerso e nascosto ma in riti pubblici come l’aperitivo,,il frizzantino ,il bicchiere della staffa…..      se pensiamo alle baccanti ,niente di nuovo sotto il sole cosi come  l’acquisizione della medicina psicosomatica che ci dice quanto mente e corpo siano strettamente connessi,anche questo attraverso il simbolo era già nel mito,
MINERVA nasce dalla testa di ZEUS cosi come DIONISO nasce….
Nell’antichità DIONISO era spesso chiamato BIMADRE o BINATO, poiché essendo stata arsa viva, la madre SEMELE, il padre ZEUS lo trasse dal ventre della stessa e se lo cuci nella coscia per due mesi, per portare a compimento il tempo del parto, poi lo fece crescere con le baccanti e gli regalo il segreto del vino, considerato con l’acqua, il sangue e il seme uno degli elementi essenziali della spinta vitale., sino a che tutto ciò non degenera in una distorsione che dall’eros porta allo thanatos
FISSAZIONE ORALE
Quando ,nasciamo abbiamo già scritta in noi un po’ della nostra storia,che è insita nella nostra memoria corporea di quel tempo in cui siamo stati due in uno e l’uno che ci conteneva era attore attivo, di atti, fatti, pensieri, vissuti, sentimenti, tutto ciò filtrava come in uno scambio osmotico nelle nostre strutture primigenie che via via andavano a specializzarsi, sino alla nostra nascita, separazione dal cordone ombelicale che ci aveva ,bene o male, nolente o volente nutrito.
Poi,dopo questa prima separazione, comunque traumatica, poichè in modo ineluttabile, quell’uno diventa 2, la natura cerca subito di compensarci tramite la soddisfazione del bisogno primario che è il nutrimento, l’allattamento, ed è qui che si crea l’origine della soddisfazione ed unione del bisogno desiderio, è la fase in cui il piacere risiede nella zona orale.
I modi in cui viviamo questa prima fase, lasceranno traccia nel resto dei nostri comportamenti legati all’oralità, per cui in base all’esperienza introiettata, positiva o negativa creeremo una sorta di mappa di risposta psicosomatica a tale esperienza.
Dopo questa iniziale illusione gratificante del seno buono, che nutre con un latte caldo e dolce che ci rassicura, coccola e fa crescere dandoci piacere, ecco la seconda separazione, piu’ o meno dolorosa, lo svezzamento, in tale periodo al bambino non è ben chiaro perché debba rinunciare ad una fonte di piacere cosi facilmente ottenibile, ed appaiono i primi surrogati sostitutivi. il ciuccio, il dito, la copertina di LINUS, che via via diventeranno, la cannuccia della penna da masticare, le unghie da distruggere, le sigarette da fumare, il cibo da divorare, il vino, latte amaro che ridà in modo subdolo l’ebrezza dell’antico piacere, dove però non vi è piu’ nessuno che sappia darci il limite ed ecco la seduzione inizialmente strisciante e silente dell’alcolismo, che come tutte le dipendenze crea nella mente dell’abusante il pensiero invischiante”tanto mi fermo quando voglio,”ed è proprio in questo pensiero che si riconosce lo schema dell’alibi delle persone che maturano dipendenze.
DA PADRONE A VITTIMA
  oggi mi devo tirare su,un aperitivo non può farmi male…
Meglio un bicchiere in compagnia…è il mio antidepressivo…
Mi sento cosi bene dopo uno o due aperitivi,ci si smolla si attenua quel rigore,si ride piu’ facilmente….ci si sente meno soli
Quante volte, queste innocue parole ?!
Poi molti vi scivolano, senza accorgersene, languidamente, diventa un rito, quasi erotizzato, ma nella continuità del cronos ecco farsi spazio sempre di piu’ il rischio del thanatos, specie per  le donne.
E’ cosi bello lasciarsi andare, si è modificato il sociale femminile, ora si può frequentare il bar, precocissimo il rito dell’aperitivo, precocissime le avvisaglie di un alcolismo adolescenziale
Gradatamente l’abbattimento dei freni inibitori secondari all’assunzione di alcol, porta alla dipendenza

 PUBBLICITA’ PROGRESSO
 Un rosso aperitivo, è talmente inebriante nella sua pubblicità da fare confondere la percezione della seduzione sessuale, alla fine slacciato il giubbetto NERO, COMPARE LA FASCIA BIANCA , il bel giovane è una donna………..
Una innocua lattina mette le ali…e pensare che contiene chimiche dannose al tessuto cerebrale ne piu’ nè meno di altre droghe,e cosi camuffata non soggiace alle limitazioni e ai controlli di vendita
Avete presente quelle bustine semiplasticate, che in genere contenevano succhi di frutta?, ora contengono, cognac, wiski, gin ecc.in confezioni coloratissime, monodose, che facilmente traggono in inganno l’ingenuo o vengono scelte dall’esperto, sono comode, tascabili, non c’è vetro ingombrante, possono passare inosservate, sugli espositori di fianco alle chicles
Conosco una persona, disperata per la lotta contro l’alcolismo della madre, quando ha scoperto che questa era riuscita ad eludere i controlli, tranquillizzandola, in quanto non trovava piu’ fiaschi o bottiglie di vino……….
quando in vari sacchetti della spazzatura si accorse che occultate e mischiate agli altri residui vi erano striscioline di carta di vari contenitori di vino in cartone………….
Di questa madre emerse l’alcolismo dopo una serie di cadute traumatiche, dalle scale, finalmente una ingessatura la bloccò a letto e la figlia ebbe la possibilità di sciogliere il dubbio acquisendo la certezza di tale dipendenza, da parte della madre,subentrata a seguito di situazioni altamente frustranti che non seppe affrontare in modo adeguato,un licenziamento e il fallimento matrimoniale, non c’era in lei un’autostima sufficiente a farle reggere tali avversità, in effetti nel romanzo familiare questa donna a sua volta era stata abbandonata dalla madreper un amore extraconiugale quando aveva poco piu’ di un anno
Chiunque abbia percepito e vissuto l’esperienza del LATTE AMARO,DEL SENO CATTIVO, può quindi sviluppare patologie comportamentali, piu’ o meno autolesioniste legate all’oralità.

STORIE E SIMBOLI
Interessante la storia di MAURICE UTRILLO, pittore, figlio di SUSANNE VALADON, a sua volta pittrice, per tenere sedato il neonato gli venivano dati biberon contenenti vino, per cui fu inevitabile farne un alcolista, con ricoveri psichiatrici e la sua splendida arte non fu sufficiente ad evitargli un destino drammatico e sofferto
Un sogno ,di paziente 35 anni,donna sposata,2 figli, figlia di padre alcolista morto da alcuni anni;
“mio padre è davanti a me, ha 2 coltelli in mano, minaccia, io lo affronto ma sono come immobile, ho in mano una mazza da basebool”. Chiedo come si sia sentita al risveglio, racconta “triste e in colpa, il desiderio è stato impellente andare in cucina e bermi un bicchierino di cognac per togliermi quel gelo dell’anima che mi sentivo addosso, poi ho pensato che c’erano ancora i miei in casa, mi vergogno non voglio che vedano o sentano che bevo già cosi presto, in genere lo faccio quando sono sola in casa, quando sono già usciti tutti,e io posso restare sola con me stessa, le prime volte bere, di nascosto mi dava piacere, quasi una colpevole masturbazione….piacevole..che poi lasciava spazio auna triste malinconia, nostalgia di non so che…”la invito a fare libere associazioni sul sogno o a fare fluire ricordi ,immagini,sensazioni,emozioni.
“Mi ricordo mio padre, buonissimo, ero la sua cocchina, però c’erano quelle sere che tornava ubriaco che mi faceva paura. Urlava, avevo imparato a non piangere perché se ci sentiva piangere si arrabbiava di piu’, stavo zitta, mia mamma prendeva in braccio mio fratello piu’ piccolo,lo allattava ancora, alle volte lui si addormentava anche,mio padre prendeva i coltelli e minacciava di uccidersi,io allora scappavo fuori, anche se c’era buio,correvo nei campi,mi nascondevo,estate o inverno che fosse,poi veniva a cercarmi la nonna che stava nella casa a fianco,mi consolava e mi dava il latte caldo con la grappa e piano piano mi prendeva un buon senso di tepore e mi addormentavo in braccio suo.Un po alla volta,mi organizzai,provavo sempre piu’ pena per mio papa ,perché poi lui si pentiva ,piangeva,chiedeva scusa finchè non ci ricadeva….e provavo rabbia per mia mamma che diceva sempre –vi lascio tutti………non ne posso piu’………….se non ci fossero i bambini …”cosi quando papà tornava ubriaco, io prendevo sempre un mio golfino con le tasche ,e c’era sempre una di quelle bottigliette mignon di liquore che mio papà collezionava,scappavo fuori e me le bevevo,tanto nessuno se ne accorgeva
Cosa mi dice del sogno?
“ha ragione lei,sono sempre io,sia il papà che con i 2 coltelli minacciava di volersi uccidere,sia io con la mazza che ha la forma di una bottiglia,sono sempre io che bevendo voglio farmi del male “

 Casi clinici
LA FIGLIA DELLA BACCANTE

Giovane,,depressa, si riteneva brutta, preferiva la solitudine, era piena di creatività, il che sembrava in contraddizione con quella chiusura.
Venne portata in terapia da un famigliare, non la accettai specificando che doveva esserci la sua volontà, qualora ne avesse bisogno e voglia, dopo alcuni mesi mi telefonò, durante  il colloquio c’era qualcosa che mi distraeva ma non capivo, comunque si decisee si iniziò.
LaVERBALIZZAZIONE ERA STENTATA, IL POCO PERò ERA MOLTO, SI ESPRIMEVA FOCALIZZANDO SULLE SENSAZIONI E SUI SENSI, AVEVA RICORDI OLFATTIVI, QUESTI MI DIEDERO UNA TRACCIA, ANCHE IL MIO OLFATTO ERA DISTURBATO, DOPO OGNI SEDUTA DOVEVO SPALANCARE LE FINESTRE , POI CHIESI SE PER CASO NON BEVESSE,IN EFFETTI ERA UNA ALCOLISTA, DA ANNI BEVEVA , DA ANNI AVEVA CONFLITTI CON LA MADRE E CON LA PROPRIA IMMAGINE,DICEVA DI ESSERE CRESCIUTA DA SOLA, NELL’INCURIA DELLA MADRE E DELLA PARENTELA INTENTA ALLA CURA DEL PATRIMONIO FAMILIARE, GRANDE AZIENDA VINICOLA.il VINO FACEVA PARTE DEL SUO QUOTIDIANO, MA IN CASA E PER TUTTI ERA CONSIDERATA ASTEMIA, SPESSO ALLE FESTE PER UN NUOVO VINO VOMITAVA E VENIVA ANCHE UN Po’ DERISA, CERTAMENTE NON AVREBBE CONTINUATO LEI LA TRADIZIONE DI FAMIGLIA.
Alle feste dell’uva appena poteva si ritirava in camera e si ubriacava,poi piangeva,poi vomitava e non riusciva a spiegarsi tutto ciò,una sorta di coazione a ripetere,come se in lei esistesse un qualcosa di antico ed inspiegabile,quasi istintivo in continuo conflitto con la ragione,dopo una lunga terapia svoltasi in due momenti ,la prima focalizzata alla risoluzione del sintomo e la seconda ad una analisi del profondo,emerse attraverso l’indagine famigliare,che in effetti la sua nascita era avvenuta in una atmosfera sicuramente ambivalente ,la madre ebbra alla festa del vino novello,l’aveva partorita durante un attacco diarroico,quell’odore era rimasto nella memoria corporea,quell’ambivalenza l’aveva segnata,nessuno avrebbe mai pensato ad una simile origine del disturbo psicosomatico,la terapia si risolse in modo positivo,attualmente è sposata e conduce l’azienda di famiglia,è diventata una sommelier di fama.
somatizzazioni
terapia
RECUPERO PSICOSOMATICO

Per verificare l’esito positivo della terapia psicosomatica (T.A.A.o come preferisco definirla io,ossia T.A.B. terapia analitica breve focalizzata al sintomo) da anni ho evidenziato dieci ITEM  che se raggiunti ne confermano l’esito risolutivo.
L’intero percorso terapeutico consta di 25/30 incontri-induzioni in cui l’assioma psicosomatico”IL CORPO FA CIO’ CHE LA MENTE VUOLE”permette in un confronto reciproco,terapeuta –paziente ,la verifica dell’avvenuta inversione che dall’iniziale sintomo-comportamento autodistruttivo si è recuperato il diritto,bisogno desiderio ad una vita dignitosa scevra da colpe o frustrazioni iatrogene.

Sono 10 i parametri che danno una garanzia di ciò
 1)il recupero dell’autostima,
 2)la stima dell’altro da sé,
 3)avere risposte adeguate e capacità di reggere le frustrazioni
 4)principio di realtà
 5)equilibrio fra il principio del dovere e il principio del piacere,
6)superamento del falso sé,
7)equilibrio tramite l’IO sano dell’istanze dell’ES e del SUPER IO
8)capacità di assunzione di responsabilità,
9)potere decisionale
10)capacità di autonomia.

Filmologia
I giorni del vino e delle rose
La rosa tatuata
Via da las vegas
Io però sono romantica ed ottimista vorrei tanto sostituire a quel simbolo totemico e fallico del ,manifesto,con quella figura femminile in posa orante ,come si vede nelle incisioni camune…………l’antica bottiglia,portata dal mare con dentro un messaggio d’amore,
grazie
Maria Rosa Dominici

2 comentários:

  1. Cumplimenti. è davvero un bel testo.
    Ma, Porco Dio, questa immagine dello "amaro late" del papa è forte, troppo forte, Maria.
    Mi ha piaciutto anche il caso clinico della 'figlia della bacante'.
    Vi raccomando legere il poema de Mario Benedetti "Botella al mare".
    Io credo che tutti noi siamo nella fogna del modelo neoliberista, che rende posibile gente come questo babo e suoi "uguale".
    Figurate se Lacan non fossi figlio de famiglia che faceva aceto.
    Un abbraccio

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  2. la verità è dura,spiacevole ,ferisce...gli atti fanno male ,ma anche il linguaggio alle volte fa male ...e allora anche il rispetto deve essere costantemente mantenuto,grazie per il tuo commento,grazie per la condivisione della rabbia verso questi reati e comportamenti di cui scriverò spesso,ma aiutami per favore ,anche con le tue parole,un abbraccio,maria rosa dominici

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